Le locazioni brevi sono diventate popolari con l'avvento di piattaforme online come Airbnb e Booking.com. Ma quali sono le regole fiscali che si applicano a questo tipo di locazione?
Vediamole!
La normativa italiana definisce come "locazioni brevi" i contratti di affitto di immobili a uso abitativo di durata non superiore a 30 giorni, stipulati da persone fisiche al di fuori dell'esercizio di attività d'impresa.
La locazione breve quindi consiste in un contratto di locazione, ossia un accordo tra il locatore (che può essere il proprietario ma anche l'usufruttuario o il property manager) e il conduttore (ossia la persona che utilizzarerà l'immobile) per un determinato periodo di tempo non superiore a 30 gg in cambio del pagamento di un canone di locazione.
Nel caso specifico delle locazioni brevi, l'immobile deve essere destinato ad uso abitativo, quindi non può essere utilizzato per scopi commerciali o professionali.
La durata del contratto di locazione breve non può superare i 30 giorni. Questo limite temporale è fondamentale per distinguere le locazioni brevi dalle locazioni ordinarie quelle tradizionali, che hanno una durata di 48 mesi per le locazioni ad uso abitativo e 72 mesi per le locazioni ad uso commerciale rinnovabili alla prima scadenza per pari periodo (con alcune eccezioni).
La normativa relativa alle locazioni brevi dispone che sia il locatore sia il conduttore siano persone fisiche. Questo significa che le società e gli enti commerciali non possono stipulare contratti di locazione breve.
Questa espressione significa che il contratto di locazione breve non deve essere stipulato nell'ambito di un'attività commerciale o professionale svolta da una delle parti.
In altre parole, se un'azienda affitta un appartamento a un suo dipendente per un breve periodo, questo non rientra nella disciplina delle locazioni brevi.
Per le locazioni brevi è possibile optare per il regime della cedolare secca, un'imposta sostitutiva dell'Irpef e delle relative addizionali. Dal 1° gennaio 2024, l'aliquota della cedolare secca per le locazioni brevi è del 26%, ma è ridotta al 21% se il contribuente affitta una sola unità immobiliare nell'anno.
Mario affitta un appartamento a Roma per due settimane a un turista. Il canone di locazione è di 1.000 euro. Optando per la cedolare secca al 21%, Mario pagherà un'imposta sostitutiva di 210 euro (1.000 x 21%).
Sofia affitta una stanza nella sua casa a Milano per 10 giorni a uno studente. Il canone di locazione è di 300 euro. Anche in questo caso, Sofia può scegliere la cedolare secca al 21% e pagare un'imposta di 63 euro (300 x 21%).
Se ti avvali di un intermediario immobiliare per affittare il tuo immobile, sappi che questo è tenuto a comunicare all'Agenzia delle Entrate i dati del contratto e a operare una ritenuta del 21% sui canoni di locazione.
Luca affitta il suo appartamento a Firenze tramite un'agenzia immobiliare. Il canone di locazione è di 1.500 euro. L'agenzia, dopo aver comunicato i dati del contratto all'Agenzia delle Entrate, tratterrà una ritenuta di 315 euro (1.500 x 21%) e verserà a Luca la differenza (1.185 euro).
Le locazioni brevi offrono un'opportunità interessante per generare reddito dal proprio immobile. È fondamentale, tuttavia, conoscere le regole fiscali che si applicano a questo tipo di locazione. In caso di dubbi i professionisti di Studio Coggiola sono a tua disposizione.